lunedì 28 ottobre 2013

Quando l'incompetenza e l'incapacità di un assessore si traduce in una delirante Legge Regionale sul riordino del Servizio Idrico Integrato



Da "ottopagine.it" - Avellino
 

La guerra dell’acqua. Riordino ambiti, Mancino: 
"scelta arbitraria e arrogante"

Avellino - Non usa perifrasi Nicola Mancino quando parla dell’ennesimo tentativo di scippo ai danni dell’Irpinia. Il ddl della giunta regionale che ridisegna i confini degli ambiti territoriali smembrando l’Irpinia e, di fatto, togliendole la risorsa acqua, non piace all’ex Presidente del Senato. E Mancino non le manda a dire chiamando alla mobilitazione la comunità provinciale e le amministrazioni locali. «Le acque del Sele – ha detto Mancino – sono in provincia di Avellino, ma questa proposta rivoluziona gli assetti consolidati secondo, mi viene da pensare, le convenienze di qualche consigliere regionale, piuttosto che in un’ottica di miglioramento dei servizi».
Una scelta folle da parte della giunta regionale rispetto alla quale l’Irpinia tutta, mondo politico e non, non può rimanere a guardare. E qui si innesta l’appello di Mancino. «Occorre – ha detto – mobilitare la pubblica opinione ed anche le amministrazioni, che sono quelle che subiscono direttamente, perchè venga fermato immediatamente questo scempio intollerabile». Parole ferme quelle di Mancino che lasciano intuire come il livello dello scontro tra l’Irpinia e la Regione sia destinato a salire nei prossimi giorni. «Non si deve abbassare la guardia – ha concluso – rispetto ad una scomposizione che appare arbitraria ed arrogante, ad uso più della rappresentanza di un singolo che non di tutela dell’interesse generale».

Paga l’Irpinia per questo disegno di legge e paga anche l’Alto Calore Servizi, ma il presidente del cda, Lello De Stefano, annuncia battaglia. «Mi pare davvero un’assurdità – ha detto il numero uno di Corso Europa – in questo modo l’Alto Calore perde la caratteristica, che aveva sempre avuto, della centralità delle zone interne poichè in base a questo nuovo disegno di legge gli viene attribuita una parte della provincia di Caserta, penso a Casal di Principe, ma anche ad altri centri, dove la morosità è elevatissima». Un’acquisto per nulla “invidiabile”, a fronte delle perdite che il ddl prevede. «Con questa nuova – spiega il presidente di Acs  - perderemmo il comune di Contrada, che è alle porte di Avellino, ma anche Forino, il montorese, il baianese. In tutto una ventina di comuni circa». Ma c’è un altro aspetto, forse quello peggiore, in tutto questo. «Così perdiamo anche la nostra cassaforte, il comune di Caposele, che è stata l’origine di tante battaglie portate avanti dalla classe dirigente in passato per cercare di superare questa sorta di “primogenitura” della Puglia».

L’Irpinia non può rimetterci ulteriormente, pensando anche al mancato ristoro sul quale si ragiona danni. «Non posso pensare – continua De Stefano – che la Basilicata prende, per l’utilizzo dell’acqua a scopo agricolo, 19 centesimi a metro cubo e noi nemmeno un centesimo: si tratta di un assurdo». Come è assurda tutta questa vicenda. «Qualche giorno fa sono stato a Cassano Irpino – racconta – e mi è graffiato il cuore a pensare che noi spendiamo milioni in energia per portare l’acqua nelle nostre case mentre soltanto ad un metro di distanza, l’Acquedotto Pugliese prende 1500 litri a gravità su Caposele che oggi, in base a questo ddl, gravita nel salernitano: assurdo».
Ma non si deve abbassare la guarda, lo scippo non sarà consentito. «Il Pd ha fatto battaglie rilevanti a difesa dell’Irpinia contro una Regione non amica. Oggi, però, subiamo il contrario: ci sottraggono le casseforti per darci la gestione di altre realtà molto difficili. Dobbiamo fare una battaglia ancor più dura di quella fatta sui rifiuti e non si tratta di una sfida a Caldoro perchè in questa vicenda ci vedo più la mano di qualche assessore che, sulla scorta di qualche competenza, finisce per essere un genio del male, perché solo così posso definire chi ha perpetrato questa manovra ai danni della nostra provincia».

21-09-2013
Articolo di Claudio Papa

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Da "ottopagine.it" - Benevento

Acqua, è già scontro sui nuovi Ambiti:
Riunione urgente del gruppo Pd in Regione

Benevento - Fa già discutere, e molto, il disegno di legge varato dalla Giunta regionale campana per il riassetto del servizio idrico integrato. Un provvedimento epocale che ridisegna radicalmente le competenze in materia di acqua lungo tutta la filiera: dall’approvvigionamento alla fonte alla depurazione.

Il nuovo corso si basa sull’assunto che la programmazione delle risorse idriche debba essere potestà della Regione mentre la gestione operativa è assegnata agli enti locali riuniti in maxi bacini politico – funzionali denominati Ambiti territoriali ottimali. Gli Ato in realtà esistono anche nella attuale conformazione ma hanno molta più voce in capitolo in materia di pianificazione delle infrastrutture e di gestione dei bacini fondamentali.

In pratica, con la nuova legge (se approvata dal Consiglio regionale) sarà Palazzo Santa Lucia il dominus assoluto in materia di bilanci idrici con le altre Regioni, relegando gli Ato a meri organi esecutori delle gare d’appalto. Ambiti che passeranno da 5 a 3 con il Sannio non sarà più unito all’Irpinia come accade oggi ma confluirà in un super contenitore (Ato 1) formato da 108 comuni dell’Avellinese, 76 del Beneventano (esclusi Forchia e Arpaia) e 65 del Casertano. Con risultati facilmente immaginabili: caos in Assemblea, se mai riusciranno a riunirsi. Una semplificazione, forse, ma non troppo distante dalla realtà.

Lo testimoniano le brusche reazioni suscitate dalla pub­blicazione dello schema con il riparto dei comuni nei vari Ambiti. In primis quella del Partito democratico che ha convocato per lunedì una riunione d’urgenza del gruppo in Consiglio regionale. All’incontro sono annunciate anche le presenze del parlamentare sannita Umberto Del Basso De Caro e del collega Bonavitacola. «La pubblicazione dei nuovi Ambiti ci ha sorpresi – commenta la consigliera regionale sannita del Pd, Giulia Abbate – Ci aspettavamo ben altra ripartizione. Ci sfugge la logica che ha portato alla creazione di strutture tanto ampie. Lunedì ne discuteremo nel dettaglio». Prese di posizione che non mancano anche sul fronte irpino dove venti comuni sono stati staccati dal resto, in particolare Caposele che rappresenta una delle fonti più importanti: «E’ una scelta che scippa l’acqua al territorio», taglia corto il presidente di Alto Calore servizi, Lello De Stefano. E per il numero uno dell’Ato ‘Calore Irpino’ Giovanni Colucci «urge una mobilitazione decisa e compatta delle province di Avellino e Benevento contro l’ennesima decisione napolicentrica».

18-09-2013
Articolo di Paolo Bocchino
 

venerdì 25 ottobre 2013

dalle pagine de "il manifesto" un articolo sulla Legge Regionale sul riordino del SII Campano
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mercoledì 23 ottobre 2013

VERSO IL COP 19- VARSAVIA
11-12 NOVEMBRE 2013 


SULL’ORLO DELL’ABISSO ECOLOGICO 
Stiamo andando nel silenzio generale verso un altro importante appuntamento internazionale: la Conferenza delle Parti (COP 19) che si terrà a Varsavia, 11-12 novembre. Eppure non c’è nell’agenda dei nostri politici.
E questo nonostante il quinto Rapporto IPCC ( Panel Internazionale per i Cambiamenti Climatici) presentato a Stoccolma il 27 settembre scorso  e frutto di una ricerca scientifica durata sei anni.
Il Rapporto afferma che la concentrazione di CO2 (anidride carbonica) nell’ atmosfera è al limite di guardia e tra dieci anni saremo fuori dall’area di sicurezza. Le emissioni di gas serra continuano a crescere del 2-3% l’anno. 

Andando avanti così, gli scienziati dell’IPCC dicono che , a fine secolo, la temperatura potrebbe arrivare a 5,5 gradi. Gli scienziati indicano anche le cause responsabili  di questo processo: i combustibili fossili(petrolio, carbone e metano) e la deforestazione. E la comunità scientifica concorda che la colpa è dell’uomo.  Il clima è impazzito e la Madre Terra non sopporta più il più vorace degli animali: l’uomo. Ci attende una tragedia con conseguenze devastanti per l’umanità(scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, tempeste come Sandy, centinaia di milioni di rifugiati climatici).

E’ in atto un biocidio , un geocidio
“Moralmente noi abbiamo sviluppato una risposta al suicidio, all’omicidio, al genocidio- ha scritto il teologo ecologista Thomas Berry- ma ora ci troviamo a confrontarci con il biocidio , l’uccisione di sistemi vitali, e il geocidio, l’uccisione del Pianeta Terra nelle sue strutture vitali e funzionali. Queste opere sono un male maggiore di quanto abbiamo conosciuto fino ad oggi, male per il quale non abbiamo principi né etici, né morali di giudizio. Una semplice dottrina della custodia del creato non sembra più adeguata per affrontare problemi così gravi.”  
E’ una situazione che interpella tutti, credenti e non. Giustamente lo stesso Berry afferma che “la più significativa divisione tra gli esseri umani non è basata né su nazionalità né sull’etnia né sulla religione, ma piuttosto è una divisione fra coloro che dedicano la loro vita a sfruttare la terra in una maniera deleteria, distruggendola, e coloro che si dedicano a preservare la terra in tutto il suo naturale splendore.”.  Credenti e non sono convocati oggi nella storia a un salto di qualità per affrontare una situazione così grave e minacciosa. E’ in ballo la vita, è in ballo il futuro dell’umanità.

Lo stiamo toccando con mano qui in Campania , una terra avvelenata da rifiuti tossici, dai  fuochi di materiali tossici, dalle megadiscariche…Noi stiamo morendo di tumori, leucemie.  Lo stiamo toccando con mano a Taranto avvelenata dall’ inquinamento industriale, con quasi novemila malati di cancro, con piombo nel sangue dei bambini e diossine nel latte materno. Nel microcosmo osserviamo quello che avviene nel macrocosmo: la Madre Terra è violentata, avvelenata, degradata; non sopporta più la specie umana.

Sono però profondamente convinto che ce la possiamo fare partendo dalle nostre realtà locali. Per questo c’è bisogno di un grande lavoro di informazione e coscientizzazione che porti a una rivoluzione culturale (è agghiacciante il silenzio dei media su questi temi!).

Una rivoluzione culturale che chiede a tutti:
-stile di vita più sobrio ed essenziale;
-riciclaggio totale dei rifiuti ,opponendoci agli inceneritori;
-bilancio energetico nazionale che riduca del 30% le emissioni di gas serra entro il 2020;
-sostegno al Piano della Commissione Europea che prevede una riduzione per tappe dell’80%delle emissioni di gas serra entro il 2050;
-un fondo per le nazioni del Sud del mondo per fronteggiare i cambiamenti climatici,  ricordando il nostro debito ecologico nei loro confronti.

E’ partendo da queste basi che dobbiamo mobilitarci, dal basso, come cittadinanza attiva, per forzare i governi e la politica a una svolta epocale. Purtroppo in questi anni abbiamo in larga parte fallito sia a livello locale che nazionale ed internazionale. Basterebbe, a livello mondiale, ricordare il fallimento delle varie Conferenze delle Parti (COP) sui cambiamenti climatici, da Copenhagen (2009) a Durban (2010), da Cancun (2011) a Doha (2012). Il prossimo appuntamento importante sarà a Varsavia dove si terrà la COP19 (11-12 novembre 2013). Dopo un Rapporto così duro dell’IPCC sulla situazione climatica del Pianeta, non possiamo accettare un altro fallimento a Varsavia.
L’IPCC afferma che il disastro ambientale potrebbe essere evitato se in pochi anni si dimezzassero le emissioni di gas serra causate dall’uso di petrolio, carbone e metano. Ma manca la volontà politica per farlo. Infatti dopo il fallimento del vertice del 2009 a Copenhagen i governanti si sono affidati agli impegni volontari di riduzione del CO2, rimandando al 2020 una cura più efficace..
  
“Proseguendo su questa strada - ha scritto il teologo della liberazione Leonardo Boff- ci troveremo di fronte , e non manca molto, a un abisso ecologico. Come ai tempi di Noè, continuiamo a mangiare, a bere, e ad apparecchiare la tavola del Titanic che sta affondando. La casa sta prendendo fuoco e mentiamo agli altri dicendo che non è niente.” 

Alex  Zanotelli