mercoledì 11 luglio 2012


MACELLERIA SOCIALE

Mentre Monti annuncia che l'Italia ha davanti a se' un percorso di guerra durissimo, in Spagna la "marcha negra", dei duecento minatori partiti dalle Asturie da Leon e Aragon e accolti a Madrid come eroi da migliaia di persone, finisce nel sangue con la repressione brutale della polizia.


 
La marcia nera dei minatori, nera come il carbone, la fame e la disoccupazione, aveva l'obiettivo di raggiugere il ministero dell'industria per rivendicare il diritto alla vita e al lavoro. La globalizzazione ha messo in ginocchio anche il settore del carbone in Spagna e i minatori non possono competere con i prodotti provienienti dall'estero.
Quando il governo spagnolo di Rajoy ha invece annunciato le misure di austerità volute dalla BCE per accedere al fondo salvastati, con i tagli al settore minerario, sono cominciati i primi lanci di oggetti nei confronti della polizia  che aveva completamente blindato il ministero.
 
Le cariche della polizia non si sono fatte attendere, dure e immediate.
 
Non c'è più spazio per il dissenso, la democrazia. Qualsiasi rifiuto di questo modello di vita, di sviluppo e del dio mercato viene censurato, criminalizzato, perseguitato, represso.
La crisi economica e le misure ignobili volute dalla BCE, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Merkel sono oppressione vera,  e non fa eccezione il sig. Monti che di queste misure in Italia ne è l'artefice, il baluardo.
 
Spremere il lavoro fino all'ultima goccia di sudore, privatizzare tutto, scuola, sanità e servizi pubblici locali, ridurre in miserie milioni di esseri umani in Europa, è questo ciò che vogliono.
 
Ribellarsi a questi criminali è sacrosanto.

Ferro e Fuoco

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